AUDIO 22 - Anello con scarabeo
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AUDIO 22: Anello con scarabeo

Lo scarabeo simboleggiava la “crescita” o il “divenire”. Esso rappresentava per gli antichi egizi anche un concetto altamente spirituale, quello della rinascita dopo la morte; nessuno si sottraeva a tale processo, dal dio Ra all’uomo comune. Il sacro scarabeo fu oggetto di venerazione già nei Testi delle Piramidi, anche se in questi non figura ancora come divinità a sé stante. Nella cosmologia eliopolitana lo scarabeo ebbe un ruolo di primissimo piano, fin dai tempi della creazione, trasformato dal  sacerdozio della città di Eliopoli in una divinità solare. All’inizio dei tempi esisteva infatti soltanto il Nun, l’elemento liquido incontrollato, che potremmo identificare con il “caos”. Da questo caos uscì il Sole, che si autogenerò. Il dio sole che crea sé stesso è Ra, chiamato anche Atum (il sole al tramonto) e Khepri (il sole al mattino), raffigurato sotto forma di scarabeo.

Khepri deriva dalla parola khpr che vuol dire nello stesso tempo “scarabeo” e “sorgere, trasformarsi, rinascere”. Veniva raffigurato in vari modi: in forma umana col simbolo dello scarabeo sul capo, oppure con tale coleottero al posto della testa o, come in questo caso, semplicemente come scarabeo.

Lo “scarabeo del cuore”, generalmente di pietra, veniva posto sulla mummia in corrispondenza del cuore, con inciso il capitolo 30 del Libro dei Morti. Questa formula consisteva in un invito al cuore del defunto affinché non contraddicesse ciò che egli diceva durante il giudizio nell’aldilà di fronte ad Osiride. Esso aveva dunque il preciso intento di forzare il fato, imponendo una decisione favorevole al defunto che doveva essere giudicato.

Lo scarabeo veniva usato anche come amuleto augurante la rinascita, e con questa funzione era spesso incastonato in un pendente o in un anello, come in questo caso.