AUDIO 9: Vasi canopi
I vasi canopi erano i quattro recipienti in cui venivano conservate le viscere del defunto mummificato. Il materiale di fabbricazione dipendeva generalmente dalla ricchezza dell’interessato. I coperchi spesso raffigurano i quattro figli di Horus, che avevano collaborato con Anubi nell’opera di mummificazione del corpo di Osiride. Duamutef è raffigurato con testa di sciacallo e preposto alla conservazione dello stomaco del defunto; Hapi, con testa di babbuino, conserva i polmoni; Imseti, a testa umana, provvede alla conservazione del fegato; Qebehsenuf, con testa di falco, è preposto alla conservazione degli intestini. I quattro figli di Horus erano coadiuvati da altrettante dee nella protezione di ciascun organo del defunto.
I quattro vasi devono il nome di “canopi” ai primi studiosi che nell’Ottocento ravvisarono erroneamente in essi le prove di un culto praticato dagli abitanti del porto di Canopo, sul Mediterraneo. I vasi, con coperchio a testa umana, erano infatti considerati la personificazione del dio Osiride, e in seguito furono chiamati “canopi” tutti i contenitori che avessero per coperchio una testa.
Il porto di Canopo prese il nome dal timoniere greco della nave di Menelao ed Elena, che fecero tappa in Egitto di ritorno dalla guerra di Troia. Secondo la mitologia greca Canopo morì e fu sepolto nel luogo che prese da lui il nome.