AUDIO 10 - Mummie
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AUDIO 10: Mummie

Le mummie egizie hanno sempre esercitato un fascino particolare. Poter osservare l’espressione di qualcuno morto più di tremila anni fa e che in qualche modo ha lasciato una traccia nella storia genera un piacere morboso. In realtà, dopo la fine della civiltà dell’antico Egitto e prima di trasformarsi in oggetti da collezione e da studio, le mummie furono considerate fino al XVIII secolo un rimedio imprescindibile in ogni spezieria europea. Tutto era iniziato con i medici greci (fra cui Galeno), che nei loro trattati raccomandavano un prodotto quasi miracoloso per curare una grande varietà di disturbi, come ascessi, fratture, epilessia e vertigini. Questi problemi potevano essere curati dal mum, termine persiano riferito al bitume. Nel corso dei secoli però, con la crescita della domanda, gli affioramenti naturali di questa sostanza si erano esauriti. Riluttanti ad abbandonare il commercio di un prodotto che garantiva ottimi profitti, i mercanti orientali si prodigarono per trovare un’altra fonte di questa materia prima. E la trovarono nei corpi che per migliaia di anni erano stati imbalsamati sulle rive del Nilo. Una volta essiccati, le resine, gli oli e le sostanze aromatiche con cui si ricoprivano i cadaveri durante la mummificazione avevano una consistenza e un colore identici a quello del mum originale. Fu così che ciò che gli antichi egizi chiamavano sah finì per ricevere il nome di un medicinale persiano. Non essendo sempre facile procurarsi corpi imbalsamati, alcuni astuti mercanti decisero di produrli in proprio, provocando un declino della qualità della merce. Si cominciò allora a distinguere tra mummie primarie, secondarie e false. Come denunciò Guy de La Fontaine nel 1564, al termine di un viaggio ad Alessandria per procurarsi il farmaco, in molti casi le mummie non erano altro che semplici cadaveri trattati per sembrare antichi. In seguito, l’attenzione per le mummie diminuì notevolmente fino al XIX secolo, quando un rinnovato interesse si diffuse a tutti i livelli della società. Il chirurgo Thomas Pettigrew, dopo aver assistito a tre sbendaggi eseguiti dal grande esploratore padovano Belzoni, trasformò l’operazione di rimozione delle fasce in uno spettacolo pubblico. Pettigrew organizzò una dozzina d’incontri per il pubblico londinese, che con un misto di stupore e disgusto vedeva apparire di colpo il volto rinsecchito di qualche egizio millenario. La moda prese rapidamente piede. Dopo il successo di Pettigrew, sbendare mummie divenne uno dei principali passatempi della Londra bene. A fine Ottocento vennero scoperte importanti tombe reali, ma gli egittologi erano interessati soprattutto a rimuovere le bende per scoprire eventuali tesori nascosti. Fortunatamente all’inizio del XX secolo Grafton Elliot Smith, che lavorava come anatomista presso la scuola di medicina del Cairo, studiò e fotografò varie salme regali e anni dopo pubblicò un libro che ancora oggi costituisce un punto di riferimento: Catalogo delle mummie reali nel Museo del Cairo (del 1912). La strada era finalmente aperta perché le mummie fossero considerate importanti fonti d’informazione storica.