AUDIO 19: Stele funeraria
La stele funeraria era una presenza imprescindibile nelle tombe egizie, almeno dal III millennio a.C. fino alle epoche più tarde. La sua funzione principale consisteva nell’assicurare le offerte funerarie e le preghiere per il defunto, nel caso in cui venisse a mancare parte del corredo o non vi fossero parenti vivi in grado di prendersi cura della tomba. Sulla stele troviamo spesso la rappresentazione del defunto, insieme alla moglie, seduto di fronte ad una tavola imbandita, in atto di consumare il pasto funerario. Le forme più comuni sono quelle a “falsa porta”, per permettere all’anima del defunto di uscire e rientrare nella tomba, e quella centinata, ovvero arcuata in alto. La stele funeraria recava il nome e i titoli del proprietario e, dal Medio Regno (ossia dal 2065 a.C. circa), anche riflessioni di tipo morale; compariva inoltre la raffigurazione del defunto nell’atto di ricevere le offerte o, dal Nuovo Regno (a partire dal 1500 a.C.), di onorare le divinità funerarie. Le offerte funerarie e le preghiere per il defunto si materializzavano magicamente tramite il testo inciso o dipinto sulla stele, con la cosiddetta “formula dell’offerta” da parte dei parenti, accompagnata da preghiere di vario tipo a diverse divinità. La “formula dell’offerta” è perciò la componente essenziale della stele egizia, in quanto riassume il credo stesso di sopravvivenza oltre la morte. Il destinatario unico delle offerte, o associato ad altre divinità attratte nella sfera d’influenza, è Osiride. “Dare lodi”, “baciare la terra”, “vedere la bellezza” sono le espressioni che rimandano a gesti di omaggio e adorazione nei confronti delle divinità. L’atto di “baciare la terra” di fronte al dio ed al re era tipico dei paesi orientali, mentre quello di “dare lodi”, levando in alto gli avambracci e le mani, è frequentemente riscontrabile in rilievi e pitture.